CARITAS CORONAVIRUS – L’emergenza sanitaria legata al Covid-19 se – almeno finora – al Sud non ha colpito duro come al Nord, sta seriamente minando la tenuta sociale del Meridione. Quotidianamente, noi credenti, nel recitare la preghiera che Gesù ci ha insegnato, ci rivolgiamo al Signore, dicendo: ”Padre Nostro… dacci oggi il nostro pane quotidiano…”. Com’è altrettanto invalso l’uso, prima di mettersi a tavola, di ringraziare Iddio per quanto ci sta donando. Al tempo stesso è innegabile che, così come esiste un diritto alla salute (art.32 della Costituzione Italiana), ne esiste anche uno al pane. Alle rigorose misure intraprese dal Legislatore per combattere il contagio è indispensabile aggiungere da subito misure di sostegno alle famiglie. Misure di aiuto ai singoli cittadini in difficoltà, nonché a quei settori sui quali il peso della crisi incide in maniera drammatica
Perché, è bene chiarirlo, i nostri territori, quando usciranno dalla crisi sanitaria, rischiano di piombare in una crisi economica e sociale senza precedenti. Vantiamo già un tasso elevatissimo di famiglie in condizione di povertà relativa. Ora, con i Decreti del Governo, il disagio sociale si è per forza di cose acuito. Grazie al lavoro sommerso si stima che, in Italia, vivano 3 milioni e 700mila persone, per l’80% residenti nel Meridione, che vivono questa condizione. Baristi, garzoni, camerieri, lava scale, colf, badanti, manovali, piccoli ambulanti, lavoratori a cottimo e/o a giornata; a questi aggiungiamo la piccola manovalanza criminale, in primis parcheggiatori abusivi e contrabbandieri di sigarette. Lo stop a tutte le attività ha privato queste persone e le loro famiglie di quei 20/30 euro al giorno, con i quali riuscivano a tirare avanti, a sbarcare il lunario, a sopravvivere!
In questo desolante scenario venutosi a formare prima dell’emergenza Coronavirus sono chiamate agli “straordinari” le Caritas Diocesane. Nel meridione però, a differenza di quelle del settentrione, sono sottodimensionate, meno strutturate ed assai più fragili in quanto sostenute, esclusivamente, dal volontariato. Le mense, si sono più o meno prontamente adattate. Divenendo luoghi di distribuzione di cestini da asporto (qualcuna ha dovuto chiudere per motivi di ordine pubblico). La distribuzione delle derrate alimentari della UE procede a rilento, sempre per i problemi di debolezza strutturale già richiamati in precedenza. Nel frattempo già si annunciano “assalti” ai depositi alimentari delle Opt a Melito e Secondigliano. I servizi di ascolto sono quelli al momento più penalizzati benché si siano attivati servizi di ascolto a distanza.
Un lavoro gravoso è anche quello delle parrocchie. Queste ultime, è bene precisarlo, fanno quello che possono con le risorse umane a disposizione nonché con evidente penuria di risorse economiche. Quotidianamente, dall’inizio della crisi, come Caritas Diocesana di Napoli, riceviamo almeno sei richieste al giorno provenienti dai parroci, tutte esclusivamente di natura economica per sostenere nuclei familiari disagiati. Qualche parrocchia ha avviato, timidamente, l’esperimento della “spesa sospesa” (del tutto simile, come funzionamento, alla colletta alimentare). Al contempo nuove ed inedite sinergie si sviluppano – ad esempio – tra Caritas e centri sociali che consegnano le spese a casa.
È vero che il Governo italiano, in data 28 marzo, ha varato nuovi provvedimenti economici, stanziando anche somme consistenti. Tuttavia, anche per le difficoltà dei Comuni (chiamati, viceversa, a recitare un ruolo di primo piano), restiamo alquanto perplessi circa l’incidenza e l’impatto che, detti provvedimenti, potranno avere sull’esistenza di precari, esclusi, emarginati, ovvero di quel “quinto stato” cui abbiamo fatto cenno in precedenza. Senza ulteriori interventi, Napoli ed il Meridione rischiano seriamente di non riuscire a superare gli effetti devastanti che questa emergenza cagionerà nell’immediato futuro, con tutte le conseguenze
del caso.
Ma torniamo alla Caritas diocesana ed al suo piano d’intervento straordinario per contrastare il Coronavirus. Anche grazie ad ulteriori aiuti stanziati in nostro favore da Caritas Italiana, si è proceduto lungo diverse direttrici. In primo luogo, il sostegno alle mense per i bisognosi: al momento, sull’intero territorio diocesano, sono in funzione 10 mense su 22, tutte (o quasi) trasformate in centri distribuzione cestini da asporto che, quotidianamente, distribuiscono oltre duemila pasti in aggiunta ad aiuti alimentari a nuclei familiari.
È lampante che, oltre ad essere aumentata esponenzialmente la platea di fruitori, la trasformazione in atto ha richiesto ulteriori spese ed investimenti: vaschette d’alluminio, buste per l’asporto, dispositivi di protezione individuale, bottigliette di minerale, posate monouso, ecc. Il Direttore, Don Enzo Cozzolino, è in continuo contatto con il Coordinatore diocesano delle mense, il diacono Giovanni Scalamogna. Ovviamente, il discorso mense è importante ma, di per sé, non esaustivo del bisogno che si registra in Diocesi. Difficilmente persone anziane, disabili, nuclei familiari con bambini piccoli, hanno la possibilità oppure scelgono di recarsi a pranzare alla mensa: ed ecco allora che scende in campo il CAIR, il banco alimentare creato più di vent’anni fa dalla Caritas diocesana di Napoli.
Grazie alla sinergia con la Cooperativa Sociale “Ambiente Solidale Onlus” che ne gestisce gli aspetti legati a stoccaggio e distribuzione delle derrate alimentari donate dall’AGEA attraverso i programmi di sostegno della UE, il Segretario del CAIR, Don Ciro Sorrentino, ha avviato un programma straordinario di distribuzione di alimenti. Nel volgere di venti giorni sono state consegnate a domicilio oltre 500 spese alimentari; si è provveduto a sfamare personale ed animali d’un piccolo circo di stanza a Torre del Greco che – complice il blocco delle attività – stavano letteralmente morendo di fame; si è rifornito di generi alimentari alcuni nuclei familiari segnalati dalla Comunità greco–ortodossa di Napoli.
In questi primi giorni di quarantena sono stati decisivi per il varo di un portale che ha messo insieme Caritas diocesana, CAIR ed “Ambiente Solidale Onlus”, da anni schierati fianco a fianco nel contrasto alla povertà alimentare. Stiamo parlando di Condivido.org nato anche grazie ai fondi 8XMille Italia della CEI – Caritas Italiana. L’iniziativa “Condivido per non sprecare” nasce dall’esigenza di arginare la paradossale questione dello spreco alimentare. Le azioni sono orientate alla raccolta di prodotti eccedenti la produzione e/o distribuzione commerciale, che sarebbero altrimenti destinati a diventare rifiuti, reinserendoli invece in un circuito di condivisione per le persone più svantaggiate. Si stanno attivamente ricercando aziende che possano aderire e donare generi alimentari di prima necessità nonché prodotti per l’igiene personale e la pulizia e la disinfezione degli ambienti.
A tutti i cittadini viene proposto di condividere i prodotti o il proprio tempo, come volontari, alle strutture e mense più vicine, individuate tramite il sito web www.condivido.org (“Trova la struttura”), oppure di poter donare all’IBAN indicato direttamente restando a casa. Sarà fondamentale comunicare tali azioni di responsabilità e solidarietà generando così nuove collaborazioni e alleanze. Alla campagna ha aderito, entusiasticamente, il Vicario per la Carità dell’Arcidiocesi di Napoli, il salesiano Don Tonino Palmese, che ha prestato il proprio volto per registrare un mini spot di sensibilizzazione. Tante iniziative, dunque, tutte volte alla liberazione dal bisogno ed alla coscientizzazione dell’opinione pubblica.
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GIANCAMILLO TRANI
Vice Direttore della Caritas Diocesana di Napoli