Il 2020 è un anno che non dimenticheremo facilmente. Quest’anno, ci ha messo di fronte ai nostri limiti con i quali ci ha costretto a fare i conti. La società del tutto e subito, del click facile, convinta che la sua tecnologia non avesse limiti e che nulla la potesse più fermare è stata presa in contropiede dal Coronavirus. La società targata 2020 si è dovuta fermare. Un blocco che avrà conseguenze, più o meno gravi, su tutti gli aspetti della nostra vita a partire da quello economico. Ma in questo marasma generale, che fine fa l’Agenda 2030?
L’ Agenda 2030 è stata approvata dalle Nazioni Unite il 25 settembre 2015, ed è composta da 17 obiettivi, da raggiungere entro il 2030. Sconfiggere la povertà, la fame, garantire a tutti il diritto alla salute, al benessere, sono solo alcuni degli obiettivi prefissati. Il lavoro da fare è ancora tanto per poter raggiungere ovunque gli obiettivi dettati ma nessuno ad oggi ha pensato di mollare la sfida. Si tratta di un progetto di grande valenza sociale che però risentirà sicuramente della situazione di crisi che stiamo vivendo. Il blocco quasi totale dell’economia al quale il Coronavirus ci ha obbligati in questi mesi però, si ripercuoterà negativamente sulla lotta alla povertà, alla fame e alla riduzione delle disuguaglianze.
Un’indagine di Save the Children portata avanti proprio in questo periodo, su 300 nuclei familiari del nostro paese, ci rende chiaro quanto l’emergenza Coronavirus stia cambiando la nostra vita. Sempre più persone, infatti, devono fare i conti con un’improvvisa povertà dovuta ad un blocco repentino e totale delle attività. In Italia la disoccupazione è raddoppiata in poco tempo e di conseguenza anche la richiesta di sostegno e di aiuti alimentari è stata soggetta a grande incremento. Segni incontrovertibili di una recessione che avrà conseguenze inevitabili sul raggiungimento degli obiettivi dell’agenda 2030. Tutto questo ci imporrà un grande lavoro se vogliamo scongiurare la grave crisi sociale ed arrivare vittoriosi al 2030.
Per capire bene di cosa stiamo parlando è bene riportare alcuni numeri evidenziati proprio da Save the Children: 77,6% delle famiglie intervistate ha subito un cambio della disponibilità economica, il 73,8% degli intervistati ha perso il lavoro o ridotto drasticamente il suo impegno retribuito e solo il 17,6% potrà contare sulla cassa integrazione. Lo scenario di emergenza evidenziato con questi dati crea incertezza rispetto al futuro, ma ci rende consapevoli del lavoro e dell’impegno che ci sarà richiesto nei prossimi anni per evitare la retrocessione sociale ed economica e raggiungere con successo gli obiettivi dell’agenda 2030.
Se la situazione è complicata nel nostro Paese, possiamo solo immaginare quanto sia disastrosa al di fuori dell’Europa. In particolare basta pensare ai Paesi in via di sviluppo già caratterizzati da criticità e difficoltà. Pensiamo ad esempio ai molti Paesi Africani, che già sono vittime di precarie condizioni di sicurezza e sistemi sanitari deboli. Queste zone del mondo non pagheranno solo lo scotto del blocco dell’economica dettate dal Coronavirus ma anche l’insufficiente attenzione degli anni precedenti.
Sono Paesi in cui la maggior parte degli obiettivi dell’Agenda 2030 sono ancora troppo lontani. La situazione era già delineata prima del virus e sarà solo destinata a peggiorare con le conseguenze economiche di questo periodo. Ad oggi la situazione e il futuro di questi Paesi appare davvero critica. Bisogna però prendere coscienza del fatto che se questi, negli anni scorsi, fossero statati soggetti a politiche più attente, oggi avrebbero avuto a disposizione una base più solida per resistere alla crisi mondiale e avrebbero potuto contare almeno su una copertura sanitaria universale che oggi è ancora inesistente.
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