Lo spreco alimentare in Italia è un emergenza ancora accesa. Anche se i cittadini appaiono essere sempre più consapevoli di quanto sia importante il contrasto allo spreco. Gli italiani iniziano a prendere coscienza di quanto cibo viene buttato nella spazzatura ogni settimana, e questo risulta essere un passo importante, anche se risultano essere ancora poco a conoscenza delle buone pratiche da poter seguire per combattere lo spreco alimentare.
Tra le numerose iniziative per combattere lo spreco c’è la sensibilizzazione delle scuole che hanno il compito di educare ad una cultura più sostenibile. Imprimere il messaggio della lotta allo spreco, nelle nuove generazioni ci consentirà un giorno di costruire un mondo più consapevole. Cosa fare però fino a quel momento? Cosa la catena agroalimentare fa per prevenire lo spreco?
Il mondo dell’alimentazione e del cibo negli ultimi anni si è finalmente interrogato sulla lotta allo spreco e di come ci siano vari modi per combatterla. Uno dei progetti nati negli ultimi anni e che può rappresentare una rinascita per il cibo può essere sicuramente, Food for Soul.
Massimo Bottura, uno degli chef più importanti in circolazione, proprietario di “Osteria Francescana” a Modena, ristorante premiato più volte negli anni come il migliore al mondo, nel 2017 ha deciso di dare il suo contributo. Nel 2017 nasce un’organizzazione dal nome appunto di Food for Soul con lo scopo di creare inclusione sociale attraverso il cibo. L’obbiettivo è quello di cambiare la mentalità e l’approccio al cibo e a come questo vine utilizzato.
Creare, modificare, riprendere ciò che era stato già utilizzato per dargli nuova forma e non sprecare più quello che prima veniva gettato. La rinascita del cibo che grazie alla maestria degli chef viene riutilizzato aiutando la lotta allo spreco, il pianeta e non solo.
Quello che però più di tutto forse fa capire l’importanza di un progetto come questo è dove avviene tutto ciò. La creazione di mense per i meno fortunati dei “Social Tables” che hanno lo scopo di nutrire non solo il fisico ma anche lo spirito. Grazie all’aiuto di architetti e designer vengono ricreati ambienti culturalmente e socialmente stimolanti dove prima invece c’erano solo delle semplici mense. L’obbiettivo non è solo quello di consumare un pasto ma anche di trovare nuove opportunità e spunti di riflessione per la nostra vita.
Coniugare quindi il concetto di cibo dell’anima (cultura, riflessioni, socialità ecc) con quello del fisico. Cibo nato però dalla rinascita di ingredienti che un tempo sarebbero andati sprecati e che invece oggi aiutano anima e corpo a rialzarsi.