Expo Milano 2015 lascia in eredità all’umanità che l’ha visitata impressioni, suggestioni e suggerimenti per una maggiore consapevolezza verso le questioni della salvaguardia della salute pubblica del genere umano e del Pianeta.
L’Esposizione Universale di Milano, attraverso numerosi eventi, conferenze e convegni organizzati nei Padiglioni internazionali durante tutto il semestre, ha dato la possibilità a molti di apprendere l’arte del riciclo in cucina utilizzando risorse alimentari che sino a non molti anni fa gli italiani ritenevano avanzi o scarti inutilizzabili.
Tornare alla tradizione in cucina
In realtà le cucine popolari europee hanno sempre utilizzato avanzi e scarti, come il pane vecchio, i tagli di carne meno scelti, parti di verdure ritenute di scarto, come gambi di carciofo e bucce di patate. Poi, sopravvenuto il benessere economico dagli anni Sessanta del XX secolo, progressivamente si è smesso di consumare pietanze “povere” prediligendo una cucina ricca di grassi animali e zuccheri, improntata a ricette festive, diventate quotidiane. L’epidemia mondiale di obesità e le cosiddette malattie del benessere però sono un segnale d’allarme, non più trascurabile. Oggi grazie ad una maggiore consapevolezza ambientale, sociale e salutistica si sta tornando alla tradizione, e all’utilizzo in cucina di tutte le risorse alimentari impiegabili.
Sulla scena i novel foods con grilli, larve e uova
Sono prodotti sinora disciplinati da una legge comunitaria che risale al 1997, il Parlamento Europeo voterà la nuova legge a fine ottobre 2015. Si tratta di sostanze di origine vegetale, minerale e animale. Tra i novel foods ci sono anche alcune specie di insetti che in altri continenti sono considerati cibo tradizionale, come alcune varietà di vermi, grilli, anche sotto forma di larve e uova, consumati sia interi, come snack, sia trasformati in farine. La Fao recentemente ha stilato un rapporto ragionato sugli insetti indicando come impieghi per l’alimentazione umana e del bestiame, data la buona percentuale di proteine e la sostenibilità ambientale. Gli Europei non hanno nel proprio patrimonio agroalimentare insetti commestibili se si escludono alcune eccezioni, quindi generalmente hanno una forma di repulsione nei confronti degli insetti. Alcuni futurologi però sostengono che nei decenni a venire gli insetti verranno portati a tavola, per motivi etici e ambientali più che per questioni di gusto e preferenze.
Condividere a tavola e non solo
L’umanità è eterogenea e spesso possiede culture gastronomiche assai diverse tra loro, ma c’è un filo rosso che lega tutti insieme ed è lo spirito di condivisione, che si associa alla convivialità, alla socialità a tavola e più in generale nelle pratiche legate al cibo. A Expo abbiamo visto come in tutte le culture offrire il cibo, gustarlo insieme, significhi costruire ponti verso l’”altro”, farsi conoscere e conoscere, attraverso la commensalità. Gli ospiti di Expo hanno mangiato virtualmente in tutto il mondo grazie alle cucine multietniche e multiculturali presenti nei padiglioni, ma ancora più hanno imparato che attraverso il cibo ci si avvicina all’altro, a chi è sconosciuto, estraneo, straniero, rendendolo conosciuto e qualche volta amico. È un primo grande passo, una mano tesa che gli italiani hanno imparato a dare, attraverso un oggetto culturale che ha delle potenzialità straordinarie per costruire relazioni e abbattere gli steccati della diffidenza: il cibo. La lezione di Expo rimarrà, perché sentimenti ed emozioni non sono transitori e volatili ma posso sedimentarsi nelle memorie individuali e collettive a lungo e dare, se ben coltivate, buoni frutti.