Il cibo può sembrare un elemento alquanto naturale, soprattutto se pensiamo a frutta e verdura. Eppure tutto ciò che mangiamo, che sia un piatto elaborato o una semplice insalata, ha un impatto sull’ambiente, di cui spesso non siamo a conoscenza. Vi siete mai chiesti che effetto hanno sull’ambiente le nostre scelte alimentari?
Secondo quanto riportato da un rapporto FAO, la nostra alimentazione ha un impatto sull’ambiente persino superiore di quello del settore industriale e dei trasporti. Ciò è causato dall’elevato consumo mondiale di carne: per la sua produzione si genera annualmente fino al 22% in più di gas serra, cioè circa 8 miliardi di tonnellate di CO₂. Senza contare che le coltivazioni destinate alla produzione di mangimi per il bestiame rappresentano la prima causa di deforestazione, perdita di biodiversità e inquinamento idrico. Questa filiera produttiva, insomma, è una delle principali cause di danno ambientale.
Di contro, si sente spesso dire che le diete vegetariane o vegane, e il consumo di alimenti come la soia ad esempio, siano una soluzione migliore per l’ambiente. Ma è davvero così? Tenendo in considerazione che proprio la coltivazione di soia, legume tipico dell’Asia Orientale, è aumentata di dieci volte negli ultimi anni, è probabile che la risposta sia no. Proprio la FAO ha previsto che la produzione di soia arriverà addirittura a raddoppiare entro il 2050 con conseguenze devastanti per il Pianeta: deforestazione, perdita di biodiversità, aumento delle emissioni di CO₂, erosione del suolo e contaminazione dell’acqua.
Sembrano proprio le medesime conseguenze della filiera produttiva della carne… e non è un caso! Circa l’80% di tutta la soia coltivata è destinata proprio a diventare mangime per il bestiame e solo il 6% è consumato direttamente da noi umani sotto forma di cibo. Un paradosso!
Risulta quasi scontato dire che adottare logiche anti-spreco riduce notevolmente l’impatto del cibo sull’ambiente. Ma in che termini? Lo spreco alimentare non solo grava sulla gestione dei rifiuti, ma è un problema importante anche per le risorse utilizzare per produrre cibo: acqua, suolo, energia, combustibili… a catena sono sprecati anche quelli.
In quest’ottica, l’Europa si sta attivando concretamente per salvaguardare l’ambiente, dando vita al progetto triennale SU-EATABLE LIFE, finanziato dalla Commissione Europea in ambito LIFE: l’obiettivo è aumentare la consapevolezza e il coinvolgimento dei cittadini (secondo uno studio UNEP è il consumatore finale del cibo a causare il 61% dello spreco) sull’importanza di scelte alimentari corrette e sull’adozione di diete sane e sostenibili in modo da ridurre le emissioni di CO₂ e il consumo idrico. Il progetto intende dimostrare come queste diano benefici non solo all’organismo ma anche al Pianeta.
Anche acquistare responsabilmente può contribuire a influenzare positivamente l’impronta dell’uomo sul Pianeta, riducendo l’inquinamento atmosferico causato dai mezzi di trasporto. Bisogna quindi prediligere cultura locali, prodotti freschi, di stagione e del territorio, che non devono percorrere grandi distanze prima di giungere sulle nostre tavole. In questo modo, una famiglia media può risparmiare fino a 1.000 kg di anidride carbonica in un anno.
Una dieta bilanciata, dunque, è la scelta migliore per diminuire l’impronta dell’uomo sull’ambiente, facendo indistintamente attenzione alla sostenibilità di tutti i prodotti, sia di origine animale che vegetale.