La nostra associazione di volontariato “Nostra Signora di Fatima” con sede legale a Torre del Greco (NA), opera da circa 10 anni nell’agro-aversano e il settore di attività prevalente riguarda l’assistenza sociale a persone fragili. In particolare famiglie indigenti, disabili, anziani, persone sole e chiunque abbia bisogno del nostro supporto. Attualmente collaborano con noi 14 volontari. Di questi, quattro hanno superato i settant’anni, uno di loro, con le dovute precauzioni sanitarie è impegnato due ore a settimana.
Com’è facile intuire, il nostro modo di lavorare in seguito all’emergenza COVID-19 è molto cambiato. Ogni volontario è potenzialmente vittima e soccorritore allo stesso tempo, quindi è anche aumentato il lavoro da svolgere. Ci siamo trovati ad affrontare una realtà molto complessa che non avevamo mai contemplato. Abbiamo quindi dovuto rimodulare il nostro modo di lavorare e di assistere i più bisognosi.
A causa della fragilità del nostro territorio da un punto di vista economico, sociale, culturale e politico, la presenza della nostra associazione è cruciale in questa fase di crisi, per cui si è ritenuto fondamentale collaborare con altre associazioni di altre zone per affrontare delle urgenze. Il nostro impegno è di continuare a esserci e a fare rete. Da subito sono state sospese tutte le riunioni con i volontari per evitare assembramenti e le attività vengono programmate telefonicamente. Sfortunatamente, abbiamo dovuto interrompere anche le attività con i disabili in quanto i laboratori per essi non posso essere gestiti in maniera semplice garantendo le distanze personali di sicurezza.
Abbiamo deciso di ripensare alle modalità di erogazione dei nostri servizi tenendo sempre chiare le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria e di continuare a garantire i nostri aiuti alle famiglie e ai singoli che, a causa della pandemia si trovano in situazioni di maggiore vulnerabilità. Grazie al lavoro di una volontaria sarta, la prima cosa che abbiamo fatto è l’autoproduzione di mascherine per i nostri volontari per metterli in condizione di operare. Successivamente abbiamo iniziato la produzione anche per alcune nostre famiglie assistite.
Per quanto riguarda i bisogni delle nostre famiglie indigenti, questi sono aumentati a causa della perdita del lavoro. Sono inoltre aumentate le famiglie che necessitano del nostro aiuto. Chi lavorava in nero o in maniera saltuaria è stato costretto a rimanere a casa (ambulanti, badanti, ecc). Abbiamo deciso di stargli accanto e di ricercare le modalità migliori per garantire la nostra presenza, anche solo con il semplice ascolto telefonico.
Abbiamo dato una mano a richiedere sussidi economici ed alimentari a chi non aveva i mezzi per farlo in autonomia. Non sempre però i prodotti sono sufficienti a soddisfare le loro richieste di aiuto. Vengono richiesti anche prodotti della prima infanzia come omogeneizzati, pastine, pannolini, merendine e detergenti che qualche volta abbiamo acquistato con le risorse dell’associazione.
Quindi il nostro lavoro è aumentato tantissimo. Si esce anche tutte le sere, cosa che non facevamo prima, per ritirare il pane, i panini, pizze, primi piatti, non venduti durante la giornata per distribuirli alle famiglie. A volte diventa un vero sacrificio, uscire quando non si ha voglia. Si chiede ad altre associazioni se hanno qualcosa che a noi manca, cerchiamo di fare tutto quello che è in nostro potere per dare una mano. Questa emergenza ci deve spronare a cercare strade nuove ed è anche l’occasione per far emergere la ricchezza del nostro contributo alla comunità.
Siamo fieri di quello che abbiamo messo in campo, del nostro impegno e che oggi più di prima c’è bisogno del nostro aiuto. È indispensabile cogliere tutte le occasioni per andare avanti e rimboccarsi le maniche al posto di lamentarsi. Il “grazie” è l’unico momento bello e gratificante che ci donano le persone e ci danno la forza di di non mollare nelle mille difficoltà che si incontrano ogni giorno. È stato bello scoprire che chi è in difficoltà aiuta a sua volta chi è in difficoltà e assieme abbiamo trovato strade migliori.
Supereremo anche questa perché: “Avere fede non significa non avere momenti difficili, ma avere la forza di affrontarli sapendo che non siamo soli” , Papa Francesco.
Rosa Sorrentino, Associazione Nostra Signora di Fatima
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