L’Istituto Superiore Liceale Quinto Orazio Flacco di Portici è da sempre uno dei punti di riferimento per l’istruzione in Campania. Il liceo presenta diverse offerte formative per preparare gli studenti ad affacciarsi al mondo, lavorativo e non. L’obiettivo fondamentale dell’istituto non è solo quello di dare agli alunni solide conoscenze teoriche ma soprattutto di educare i ragazzi a essere cittadini consapevoli.
La vittoria del premio Vivere a Spreco Zero 2020 è l’ennesima conferma della politica adottata dal Flacco. Per parlare di questo importante riconoscimento abbiamo intervistato la Dirigente Scolastica dell’istituto, la prof.ssa Iolanda Giovidelli, la Professoressa Daniela Molino coordinatrice del progetto e Sabrina Imperato una degli alunni che hanno partecipato:
Prof.ssa Giovidelli, il Flacco si conferma un Istituto d’eccellenza con la vittoria di questo premio. Com’è nata la partecipazione a questo progetto?
“Il 26 novembre abbiamo partecipato alla fase finale del progetto “Vivere a Spreco Zero“, un importante premio nazionale, vincendo nella categoria scientifica “Dieta Mediterranea“. Durante questo progetto abbiamo collaborato con il MedEatResearch, Centro di Ricerche Sociali sulla Dieta Mediterranea, istituito presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli diretto dal Professor Marino Niola e dalla Professoressa Elisabetta Moro, famosi per i loro risultati accademici a livello internazionale”.
“Il progetto è nato nel 2016 con un P.C.T.O. (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) ex alternanza scuola lavoro. Il percorso è durato tre anni coinvolgendo i ragazzi della sezione L delle Scienze Umane. Mediante una fase di studio prima e di ricerca sul campo poi, i ragazzi hanno elaborato un ricettario intitolato “La Cucina del Riciclo“. Il ricettario, interamente creato dagli studenti, contiene ricette tradizionali (magari tramandate dai nostri nonni) rivisitate in chiave moderna, utilizzando gli avanzi di cibo e riscoprendo i piatti della tradizione. Lo scorso anno abbiamo partecipato al convegno organizzato dal Prof Niola e siamo la prima scuola ad essere inserita all’interno del Museo Virtuale Dieta Mediterranea“.
“L’obiettivo è stato quello di riscoprire e, in parte, rielaborare le ricette che hanno reso famosa la Dieta Mediterranea in tutto il mondo. Probabilmente le generazioni passate avevano un consumo più responsabile rispetto al nostro, senza alcuno spreco e in perfetta sintonia con l’ambiente e con gli obiettivi di sostenibilità che l’Agenda 2030 detta. Erano, si può dire, i cittadini attivi che il programma dell’Agenda ci invita a essere oggi: responsabili e in armonia con quanto li circonda a livello sociale, giuridico, economico e ambientale. Il ricettario è stato molto apprezzato e ha avuto un grande successo, al punto che stiamo pensando anche a una pubblicazione ufficiale. Per il momento stamperemo delle copie omaggio”.
L’impressione è quella di vedere un modo diverso di gestire il mondo scuola.
“La scuola si pone sempre gli obiettivi di eccellenza e di qualità che sono collegati alla cosa più importante che intendiamo offrire, cioè la formazione. La scuola deve formare i cittadini del domani ma deve farlo nel senso più ampio del termine, non con le semplici nozioni ma le conoscenze significative, più importanti, più costruite che devono essere collegate a competenze trasversali”.
“Creare cittadini, persone, professionisti che possono avere una visione a 360° del mondo. Noi puntiamo anche tanto sull’ambito scientifico e cerchiamo di ampliare sempre la nostra offerta formativa con diverse curvature, a seconda delle attitudini dello studente. Collaboriamo anche con il Dipartimento d’Agraria della Federico II e non solo. Siamo un Istituto in continua crescita cercando sempre nuove strade e nuovi stimoli per i ragazzi. Il nostro prossimo progetto per esempio sarà quello di creare un giornale web, una vera e propria testata sulla quale far scrivere i ragazzi e poter raccogliere il loro patrimonio d’articoli per poter accedere al tesserino da pubblicisti”.
Professoressa Molino, ci racconti come si è sviluppato il progetto negli anni.
“Il tema è molto articolato e si è prolungato per ben tre anni. I ragazzi erano molto coinvolti sin da subito. Il progetto ha vissuto varie fasi. Innanzitutto i ragazzi si sono recati al Suor Orsola Benincasa dal Professor Marino Niola per studiare la Dieta Mediterranea. Dopo questa prima fase di studio, hanno lavorato sul campo collegandosi agli studi antropologici con interviste in famiglia e sul territorio“.
“Grazie alle interviste che i ragazzi hanno fatto in famiglia e in strada in pieno centro a Napoli, nell’ultimo anno del progetto gli alunni hanno elaborato il ricettario e l’obiettivo è stato anche quello di trasmettere quanto appreso. Gli studenti si sono trasformati in “insegnanti” attraverso la collaborazione con l’Istituto Comprensivo Portici 3, trasmettendo ai più giovani quanto appreso”.
Sabrina, qual è stato il tuo ruolo nel progetto?
“Io e i miei compagni abbiamo lavorato in diversi gruppi per poi confrontarci sul risultato finale. In una fase iniziale, tutti hanno seguito le lezioni all’Università Suor Orsola e intervistato amici e parenti per reperire informazioni e creare il ricettario. Il momento che ho preferito però è stato quello con i bambini delle scuole elementari. Far comprendere alle generazioni più giovani l’importanza della Dieta Mediterranea e dell’antispreco“.
Che riscontro avete avuto dai bambini che avete incontrato?
“Il riscontro è stato ottimo. Per far comprendere a pieno il messaggio e quali sono gli alimenti sani, abbiamo creato un Semaforo Alimentare. I bambini erano molto coinvolti anche perché alla presentazione abbiamo catturato la loro attenzione grazie a contenuti multimediali. Alla fine abbiamo proposto ai bambini un giorno a settimana nel quale ognuno di loro avrebbe portato in classe una merenda sana da condividere con i compagni“.
Cosa pensi sia rimasto a te e ai tuoi compagni di questo progetto?
“Personalmente il momento di confronto con i bambini è quello che più mi è rimasto dentro. In quel momento ho capito quale percorso desidero intraprendere dopo il liceo, cioè il percorso di studi in Scienze dell’educazione Primaria. Quello che penso sia rimasto poi in generale a me e a tutti i miei compagni sia una diversa consapevolezza degli alimenti che utilizziamo tutti i giorni. Rielaborare e scrivere le ricette ci ha fatto vedere con un occhio diverso gli alimenti e la cultura anti-spreco“.