Il 7 giugno si festeggia la Giornata mondiale della sicurezza alimentare. Si tratta di un evento relativamente “giovane”, istituito nel 2018 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dopo un lungo negoziato, iniziato nel 2015 e guidato dalla Costa Rica, tra la commissione del Codex Alimentarius (CAC), la FAO e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Secondo le stime dell’OMS, sono circa 600 milioni ogni anno i casi di malattie alimentari.
Ogni anno, infatti, una persona su dieci si ammala a causa di cibo contaminato da virus, batteri, parassiti o sostanze chimiche.
Il cibo sostanzialmente finisce per essere contaminato per motivi differenti. I cibi vegetali, ad esempio, possono essere contaminati dal terreno, da fertilizzanti di origine animale o anche dall’acqua. I cibi di origine animale invece possono ospitare batteri innocui per l’animale, ma patogeni per l’uomo.
Inoltre, il processo di contaminazione può avvenire stesso negli stabilimenti di produzione, quando non vengono adoperate misure igieniche adeguate.
Delle persone che si ammalano per colpa del cibo contaminato, 420.000 finiscono per morire, e tra esse ogni anno ci sono persone con fasce di reddito basse e circa 125.000 bambini.
Le tipologie di malattie trasmissibili dall’ingestione di cibo contaminato sono circa 200 e spaziano dall’epatite A ai dolori muscolari alla salmonellosi. Contrariamente a quello che molti pensano, il Covid-19 non è trasmissibile dal cibo.
Gli alimenti contaminati non sono un ostacolo solo per la salute del singolo individuo, ma lo sono anche per i sistemi sanitari, per le economie nazionali e per l’intero sistema del turismo.
La giornata ha lo scopo di sensibilizzare le persone riguardo i temi dei rischi del cibo contaminato e della prevenzione della salute dei consumatori in campo alimentare. Lo scopo ultimo è quello di Individuare, prevenire e gestire i rischi del cibo contaminato per garantire, parallelamente, un corretto conseguimento dell’Agenda 2030, in particolare dei goal 2, 6 e 12.
Un paio d’anni fa, in occasione della prima giornata mondiale della salute alimentare, la FAO e l’OMS hanno stipulato una guida, chiamata A Guide to World Food Safety Day 2019, che segnala i punti fondamentali su cui discutere ed è valido per tutte le edizioni successive di questa giornata.
Questa guida coinvolge la sicurezza del cibo dalla sua produzione fino al suo arrivo in tavola, passando per la sua vendita.
Secondo questa guida, i Governi devono innanzitutto promuovere un’agricoltura che sia sostenibile e che garantisca cibo a sufficienza per tutti.
I produttori agricoli devono garantire cibo sicuro riducendo quanto possibile l’impatto ambientale.
Gli operatori del settore alimentare devono effettuare controlli preventivi sul cibo e garantire che esso sia gestito e trasportato in modo sicuro.
I consumatori devono poter accedere liberamente alle informazioni riguardo il cibo che consumano.
Tutti questi attori, insieme con enti economici regionali, ONU, agenzie di sviluppo, organizzazioni commerciali, gruppi di produttori e consumatori e istituzioni accademiche e di ricerca devono collaborare per contrastare le malattie alimentari.
Dall’istituzione della giornata mondiale della sicurezza molte misure sono state attuate, soprattutto in Italia.
Nel solo 2018, anno di istituzione dell’evento, sono avvenute circa 510mila ispezioni in stabilimenti di produzione, conservazione e trasporto di cibo; sono stati prelevati e analizzati oltre 90mila campioni di alimenti; sono state controllate circa 146mila partite di alimenti d’importazione; sono stati esaminati circa 12mila campioni per la ricerca di residui e pesticidi in prodotti agricoli.
Nel 2019 l’Italia, attraverso il RASFF (Sistema di Allerta Rapido Europeo, un sistema d’allerta che mette in comunicazione gli Stati membri dell’UE, la Commissione Europea e l’Autorità per la sicurezza alimentare) ha trasmesso 373 notifiche di rischi diretti o indiretti per la salute pubblica connessi a cibi e mangimi.
La giornata mondiale della sicurezza alimentare è dunque un’occasione che riguarda tutti.
Tutti infatti hanno il dovere non solo di informare, ma anche di informarsi sui princìpi di un’alimentazione sicura, per migliorare la propria salute e quella del Pianeta.